Costruisco le mie cartose opere “Indumenti poetici” con ciò che viene rifiutato,
inutilizzato: vecchi libri riciclati, destrutturati e ricreati,
che utilizzo come metafore poetiche, visioni da indossare per descrivere la realtà,
anche quella più dolorosa; simboli visivi, archetipi umani, che ci accompagnano
nel nostro difficile viaggio terreno e spirituale.
Strappi come cicatrici, che diventano feritoie da dove la luce
illumina e custodisce preparandoci per nuove fioriture.