L’artista si racconta: ANNA MARIA SCOCOZZA
Intervista esclusiva di ART OPEN SPACE
pubblicata a maggio 2018 sul blog e nel catalogo in occasione della mostra personale di Anna Maria Scocozza
Anna Maria Scocozza, la sua è un arte fatta di sperimentazione, una pratica spirituale, una ricerca alchemica attraverso cui destruttura la materia per restituirla alla sua essenza immateriale.
Negli ultimi anni la sua sensibilità artistica l’ha portata ad innamorarsi della carta e vecchi libri, che trasforma in affascinanti libri d’artista ed anche in veri e propri gioielli unici, originali monili di ecodesign.
Mi piace definirmi una “viaggiatrice poetica”, infatti il mio mondo possibile oltre a quello reale è nella mia immaginazione, quando creo, gioco, viaggio, volo e mi costruisco delle “ali di carta” che mi permettono attraverso la visione, il sogno, di trasformare il mio esistere quotidiano in una continua avventura e in una riscoperta come Alice nel paese delle meraviglie.
Sono un’amante di vecchi libri e della carta in genere, che recupero dal macero e poi destrutturo e ricreo, eventualmente poi filandola e tessendola con un fuso (trasformandola in un filo di carta) o in alcuni casi tessendola su un piccolo telaio di legno.
La stessa carta può essere poi decorata anche con tecniche particolari (Suminagashi, pittura sull’acqua ecc.)
Questa mia ricerca artistica invita lo spettatore a guardare gli scarti in un’ottica di “Rinascita creativa” stimolandolo a rispettare anche l’ambiente, e da questa passione prendono vita tutte le mie cartose creature.
Si distinguono, le Opere libro (Art Book) che raccontano nuove storie su vecchi libri e che trasmutano le parole in immagini visive e poetiche in sculture di carta, per chi ha voglia di “ascoltare con gli occhi del cuore” poi ci sono i ”Gioielli letterari” oggetti e monili di ecodesign unici e originali.
Sin da bambina ho sempre amato creare, pasticciare con i colori, le immagini, la carta, scrivere, leggere e nel corso del tempo crescendo, come per magia sono riuscita a dare un senso a tutto questo…ed è nata la mia Arte come percorso spirituale di consapevolezza e ricerca sperimentale in campo artistico.
Il più bel ricordo legato alla mia carriera è quando finalmente sono divenuta consapevole e ho accettato il mio “dono” di essere un’artista e questo poi mi veniva riconosciuto anche dai miei colleghi e curatori.
L’ arte per me? Un’ondata di colori, di luce, di bellezza, di calma è come aprire una porta su un altro mondo, una sorta d’infinita meditazione che mi riconduce al centro di me stessa.
Quando creo un’opera, essa è qualcosa al di fuori di me, ma alla fine ho l’impressione di esserci entrata dentro, di respirarla, e un senso di pace m’invade.
Mi piacerebbe riuscire a far sì che la mia ricerca artistica riesca a risvegliare, stimolare, quel senso della “meraviglia” che gli adulti-bambini spesso perdono da grandi, e finalmente riuscire a vivere del mio lavoro.
Al momento sto progettando a proposito di quel “senso di meraviglia” di cui parlavo prima dei lavori e delle mostre, che attraverso la pittura con le bolle di sapone e il ricamo poetico riescano a svelare il legame profondo tra arte e scienza, infatti io credo che noi siamo una parte di un tutto.
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